I Limiti delle monete e la nascita delle banconote

Siamo abituati ad averle in tasca, anche se sempre meno per un paio di motivi: si utilizzano di più le carte di credito e le transazioni elettroniche e in periodi di crisi come questo fisicamente si fatica ad averne in tasca. Stiamo parlando delle banconote che sono arrivate dopo le monete di metallo, contribuendo a un cambiamento epocale nella storia dell’economia finanziaria.

Una delle motivazione dell’avvento delle banconote p u limite che presentano le monete metalliche. Il primo limite è relativo alla possibilità di controllare l’offerta di moneta. Se aumentano gli scambi aumenta la richiesta di moneta, ma non è detto che i metalli preziosi con cui erano composte fossero disponibili in maniera proporzionale all’incremento degli scambi.
L’uso delle monete in metallo prezioso ha, oltretutto, un effetto potenzialmente destabilizzante sull’economia. Se cresce in maniera eccessi la quantità di moneta si produce un relativo aumento di beni e servizi rispetto all’offerta e in questo modo si alzano i prezzi e si genera l’inflazione.
Le monete di metallo prezioso, inoltre, hanno anche limiti nei trasferimenti di denaro e si generano problemi di sicurezza per il trasporto quando si devono spostare grosse somme di denaro. Ecco che la banconota risulta molto più agile per questo tipo di operazioni.
I primi a emettere la moneta cartacee sono stati i cinesi nel medioevo, ma l’avvento della dinastia Ming interruppe questa pratica.
Nel Trecento i banchieri fiamminghi e italiani, zone dove i commerci erano molto intensi, cominciarono ad emettere titolo rappresentativi del credito in oro ovviando e limitando l’uso delle monete in metallo prezioso.
La svolta arriva a partire dal Settecento e nell’Ottocento. Con l’affermazione del sistema aureo, infatti, le banche centrali, formatesi nel frattempo, cominciamo a emettere moneta cartacea quindi a stampare banconote in serie per un ammontare maggiore alla capacità di copertura aurea delle banconote stesse. Un rischio, certo, ma alimentato da due fattori: la maggiore circolazione delle banconote e la possibilità di ottenere profitti grazie a prestiti e interessi.

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